È un centro residenziale specificamente studiato ed organizzato sulle esigenze di vita delle persone con autismo in età adulta.
Cascina Rossago è stata inaugurata nel maggio 2002. Può ospitare ventiquattro adulti con autismo in forme severe suddivisi in tre unità residenziali di otto posti ciascuna. A queste si aggiungono
ambienti per attività di servizio, laboratori, uffici e fabbricati agricoli per un totale di circa mq 2.000 coperti, su un appezzamento di terreno di mq 140.000.
Si trova nell'Oltrepo Pavese in comune di Ponte Nizza nella frazione di San Ponzo Semola, in una posizione panoramica che domina la valle Staffora con una visuale che da Varzi quasi raggiunge Voghera.
È stata accreditata dalla Regione Lombardia nel marzo del 2004 come RSD (residenza sanitario assistenziale per disabili). L'accreditamento con questa classificazione, fondamentale per la
sopravvivenza economica della struttura, nella realtà non aiuta a comprendere cosa è Cascina Rossago e soprattutto quali sono le sue potenzialità ed il suo ruolo di esperienza
pilota nel panorama dell'autismo in Italia.
Sull'esempio delle "farm communities", analoghe esperienze estere, Cascina Rossago si è collocata in un contesto rurale, riconoscendolo come il più adatto in quanto
stabile, prevedibile, semplice ed al tempo stesso ricco di situazioni e stimoli vari e significativi. Queste caratteristiche ambientali e l'impegno e la competenza del personale
di sostegno creano ed incessantemente aggiornano, per ogni singolo ospite, le condizioni e le pratiche più favorevoli allo sviluppo dei migliori livelli possibili di abilità e di autonomia.
A Cascina Rossago, nella strettissima collaborazione con il Laboratorio Autismo dell'Università di Pavia, non si smette mai di cercare e di sperimentare nuove possibilità e nuove soluzioni.
Una continua tensione abilitativa si sforza di superare l'ovvia e necessaria dimensione sanitario/assistenziale così da fronteggiare più in profondità ed in una prospettiva più
ampia le caratteristiche "nucleari" delle persone con autismo.
Cascina Rossago ha saputo organizzare un sistema dove non si impongono e non si forzano situazioni o comportamenti graditi o cosiddetti "normali", al contrario si cerca di
farli scaturire spontaneamente da condizioni e contesti rispettosi delle esigenze e delle caratteristiche più peculiari e multiformi della condizione autistica.
Cascina Rossago è una grande casa dove si vive una vita vera e ricca di occasioni.
La realizzazione di Cascina Rossago è stata resa possibile dall'impegno patrimoniale delle famiglie fondatrici; da un finanziamento, previsto per i progetti sperimentali nel settore
della disabilità, dall'allora Ministero per le Politiche Sociali ed amministrato dalla Regione Lombardia; da un importante finanziamento della Fondazione CARIPLO; da finanziamenti della
Fondazione Banca del Monte di Lombardia, della Fondazione Peppino Vismara, della Fondazione Ermenegildo Zegna e di tanti amici privati.
Le persone autistiche sono molto diverse fra di loro. Hanno livelli diversi di abilità o disabilità, ma hanno anche attitudini, preferenze, storie personali, psicologie e motivazioni differenti.
Di tutto ciò bisogna tenere conto per una sensata progettazione abilitativa che richiede doti non comuni di fantasia e creatività.
La vita in una comunità come Cascina Rossago, in cui si alternano momenti di svago, di attività fisica, di riposo e di varie attività conseguenti alla
funzione dell'abitare, è di per sé ricca di occasioni a forte interesse abilitativo, ma non è sufficiente.
Gli ospiti di Cascina Rossago sono anche coinvolti in attività strutturate di lavoro vero, raccolte e organizzate sotto la denominazione "i laboratori di Cascina Rossago".
Cascina Rossago non è soltanto un luogo accogliente dove tenere occupate ed intrattenere persone con autismo in età adulta.
A Cascina Rossago si è costruita una realtà in grado di offrire ai propri ospiti, anche gravi, una buona qualità di vita, lo stimolo e le condizioni
per esprimere la loro particolare umanità, avvalendosi delle conoscenze, delle strategie d'intervento e delle riflessioni delle più aggiornate scuole di pensiero sull'autismo.
Le persone autistiche non sono "cervelli rotti" che determinano deficit comportamentali e cognitivi.
Sono persone con una soggettività, forse stentata, forse embrionale, ma proprio per questo ancora più preziosa da scoprire.
Occorrono attenzioni speciali per costruire contesti abilitativi e di vita adatti ed efficaci. Non si può limitarsi agli aspetti "esterni" dell'autismo,
ma è necessario addentrarsi nella profondità difficilmente decifrabile delle logiche personali, delle motivazioni soggettive, delle caratteristiche affettive.
Le persone autistiche, in forme più o meno severe, hanno difficoltà a sviluppare in modo coerente ed integrato la loro esperienza, a rappresentare,
a comprendere e sintonizzarsi con le intenzioni altrui. In altri termini a dotarsi di sequenze e modelli che rendano immediata e facile, automatica,
la relazione con gli altri e con l'ambiente, la funzionalità dell'agire, la logicità dei riferimenti.
Di tutto ciò devono tenere conto i contesti per l'autismo. Si tratta di una condizione limite, esige coerenza, stabilità, comprensibilità,
prevedibilità.
Una generica immissione nella socialità, obbiettivo primario di ogni attività abilitativa, può non essere affatto utile, anzi per certi versi dannosa.
Essa va organizzata tecnicamente, ne vanno costruite le occasioni e facilitate le condizioni.
L'autismo esige contesti specifici e fortemente organizzati attraverso un incessante lavoro di progettazione, di monitoraggio e di continua rivalutazione.
Questo modo di procedere è tradizionalmente riassunto nel concetto di "educazione strutturata permanente".
Ed a questo concetto ci si riferisce a Cascina Rossago, ma con la consapevolezza che un eccesso di strutturazione e l'uso meccanico di apprendimenti
educativi serializzati possono sortire l'effetto opposto, possono potenziare l'ossessività autistica, l'inefficienza passiva o la perdita di spontaneità.
I processi educativi ed abilitativi sono quindi continuamente monitorati e "temperati" nel rispetto di ogni soggettività individuale dove possono comparire barlumi di
intenzionalità, fragili tentativi di affettività o tracce di potenzialità inceppate.
A Cascina Rossago non si smette mai di ricercare questi segnali, non si dimentica mai che il soggetto autistico è una persona specifica e che solo conoscendola profondamente e
rispettandola si potrà aiutarla efficacemente intervenendo per indirizzare i suoi comportamenti e le sue relazioni.
L'educazione strutturata permanente così come viene concepita a Cascina Rossago si arricchisce di un altro principio fondamentale, quello del "fare insieme".
A Cascina Rossago l'intervento educativo non si costruisce dall'esterno, i compiti non vengono semplicemente assegnati e controllati, ma si organizzano in un processo basato
sulla condivisione, sull'imitazione e sulla reciprocità del fare.
Gli ospiti posseggono abilità e livelli di funzionamento molto differenziati, così come molto differenziate sono le risposte alla ricchezza di stimoli che la vita della fattoria può offrire.
Gli operatori, insieme agli ospiti, affrontano la molteplicità delle occasioni e degli impegni come dei "facilitatori", quasi degli aiutanti, che condividono l'esperienza e partecipano
alle varie attività nel continuo tentativo, non tanto o non soltanto, di insegnare, ma di fare emergere l'intenzione ed il significato di quello che si sta facendo.
Cascina è certamente un contesto protetto dove la vita è per molti aspetti aiutata e facilitata, ma non è mai costruita in modo artificiale. Tutte le attività, quelle lavorative, quelle di svago, quelle del normale vivere quotidiano sono attività, magari semplici, ma reali, vere.
Tutte attività che richiedono in qualche modo di saper fare, e ci si può riuscire o meno, ma non si fa nulla di costruito in modo astratto, "per finta", per passare il tempo.
Questo si intende per "principio ecologico", la profonda correlazione del vivere e dell'agire con il mondo reale e con l'ambiente che ci circonda.
All'autismo, in modo particolare nell'età adulta, spesso si affiancano altre fragilità, ad esempio l'epilessia nelle sue varie forme, problemi di metabolismo o semplicemente
condizioni di sofferenza anche meno delicate e più comuni.
In tutti i casi si determinano situazioni di malessere più o meno accentuato che determinano forti implicazioni sui comportamenti problematici tipici della condizione.
L'assistenza medica, in assenza di comunicazione da parte del paziente, incontra quasi sempre difficoltà nell'individuazione delle cause della sofferenza e ne incontra sovente di
ancora maggiori nella esecuzione di eventuali esami e nella somministrazione dei rimedi.
L'assistenza medica a Cascina Rossago è un monitoraggio continuo che coinvolge numerose competenze, che richiede frequenti confronti fra medico psichiatra, medico generico,
infermieri e personale operativo e richiede anche un'attenta preparazione dei rapporti con le strutture sanitarie d'emergenza e specialistiche del territorio.
A Cascina l'assistenza medica prevede una vigilanza continua affidata a personale infermieristico e qualsiasi emergenza è affrontata in un tempo massimo di trenta minuti.